top of page

Esegesi del calzino

Da semplice capo di biancheria intima a status symbol: com'è possibile che il calzino sia diventato l'accessorio cult di questa torrida estate?



Questa sarà ricordata come l’estate del calzino. Lo avrete notato anche voi: è bastato un lieve aumento delle temperature e tutti, grandi e piccini, si sono messi a gambe nude: vestitini e minigonne oppure bermuda e calzoncini sono dappertutto, nelle torride città e nei luoghi di villeggiatura. Fin qui nessuna novità: coscia, ginocchio e polpaccio ben in vista sono giustificati dal global warming, dal leisure imperante e dalla trascuratezza dei costumi.


I pedalini sono il dettaglio che meglio di tutti denota la Gen, la tribù di appartenenza, lo stile, la classe sociale di chi li indossa. Con grande gioia del turista teutonico con calzerotto e Birkenstock, fino a ieri simbolo di pure ineleganza, che oggi assurge a icona modaiola cui tutti, ma proprio tutti,  fanno riferimento in questo luglio del bisestile 2024.


Dimmi che calzino indossi e ti dirò chi sei: il dibattito impazza sui social e il tema appassiona perché questo accessorio, per secoli relegato tra la biancheria intima, oggi non si nasconde... oggi si ostenta.

 

Il calzettone, a quanto pare, rappresenta perfettamente le due tendenze imperanti in questi anni. La prima dice “mi vesto come mi pare” ed è stata espressa ai massimi livelli da grandi geni quali Alessandro Michele o Jeremy Scott, maestri assoluti della creatività pura che non si cura di convenzioni e stereotipi. La seconda aggiunge “anche se mi sta male e non mi dona, lo indosso lo stesso” e ci riferiamo a Demna di Balenciaga o a Rick Owens che hanno frantumato tutti i codici dell’eleganza classica e hanno reso la moda un bellissimo orrore.

 

Non è bello né elegante, certamente non dona, eppure il calzino entra a pieno titolo tra gli accessori moda che fanno statement. Un po’ come il cappellino o la shopper in tela portata a tracolla, tutti adjunct da pochi soldi, reperibili ovunque, che magicamente diventano status e fanno scalpore.


C'è calzino... e calzino


Come spiegare, come interpretare criticamente un tale cosmico successo? Beh, per prima cosa proviamo a definirne i punti cardinali.



Il tubolare in spugna prediletto dalla Gen Z e Gen Alpha: così comodo, così basic, così evidente che fa subito tendenza, non solo con le immancabili sneakers, ma con gli zoccoli Crocs, con le ciabatte da piscina e (sì, lo abbiamo visto) con le infradito flip flop incastrati, a mò di geisha, tra illice e alluce.

Lo vedi avvolgere giovani caviglie e gridare al mondo “beh, che c’è di strano? Qui ci si  veste come ci pare e dell’eleganza ce ne sbattiamo!”

Super cool è il “cross branding” che impone, per esempio, il calzino a tre strisce Adidas in abbinamento alla AirMax Nike. Non sia mai che si usi la stessa marca per entrambi!

Poi c'è la misura: molti lo amano poco sopra la caviglia ma il più cool arriva al polpaccio, mentre i modaioli propendono per i calzettoni al ginocchio che fanno molto aerobica anni '80 e hanno un loro perché.

Se poi la spugna di cotone è un filo lisa o un po’ sbrindellata siamo al top: le tendenze imperanti di cui sopra sono ampiamente rispettate.

Da Justin Bieber a Paul Mescal il tubolare ne ha fatta di strada.

 

I paired socks. I Millennial, invece, proprio non ce la fanno a essere così spudorati: sì, il pedalino lo indossano ma lo contestualizzano sperando di dargli un tocco chic. Ed è così che il calzino in filo di scozia, possibilmente liscio, al polpaccio fa la sua comparsa sotto i mocassini, con le ballerine e addirittura, nella versione velata a gambaletto, con le pumps col tacco.

Nessuna rivendicazione, nessun messaggio rivoluzionario in questo caso il dettaglio resta dettaglio ed ha il solo compito di aggiungere un tocco in più all’outfit.

Hanno iniziato le modelle e le It Girls, oggi li avvistiamo su molte passerelle di entrambi i generi.




 

L'orrifico fantasmino.OMG... vade retro fantasmino! Il cosiddetto calzino invisibile, invenzione amata da molti Gen X e Y e dalla stragrande maggioranza dei Boomer è quanto di più fuori moda ci sia e la colpa è tutta sua perché non è all’altezza delle aspettative.

Promette di starsene nascosto dentro la scarpa garantendo l’effetto nude look, invece si intravede e si fa notare subito. Oppure si accartoccia sotto la pianta del piede e diventa una vera tortura. Alla sua comparsa sul mercato è stato il prodotto di intimo più venduto al mondo. Oggi ne salviamo la versione sportiva che però ha senso solo in palestra.

Il “pedulino”, variante accollata che stringe il piede e lambisce la caviglia  è la morte civile dell’eleganza contemporanea perché sbuca fuori dalla scarpa di almeno un dito e crea quell’effetto trascurato e trasandato che non permette scuse.

Accessorio preferito dal primate maschio alfa, che ne predilige la comodità, si vede spesso abbinato a mocassini o, orrore, a scarpe stringate finto elegante che suscitano sgomento se non orrore.

Ha iniziato Gigi Rizzi che indossava mocassini horsebit sulla caviglia nuda, oggi alzi la mano chi non ha una scorta di fantasmini (tutti spaiati) nel cassetto.


 

Non ci sono vie di mezzo: la caviglia deve essere perfettamente nuda oppure totalmente coperta. Questo, almeno, fino ad ora. Il “mi vesto come mi pare” è dietro l’angolo e proprio mezz’ora fa abbiamo scorto una simpatica birba con ai piedi un bel paio di furlane in velluto rosa accompagnate da deliziosi “pedalini” bianchi. E’ così che va: non ci sono più regole e vince chi lo fa strano.

 

Le mode vanno e vengono e chissà quale sarà il prossimo accessorio che salirà agli onori della cronaca. Chi frequenta i lidi chic suggerisce il foulard in testa stile Grace Kelly. Altri sussurrano la cinta: sconosciuta ai Gen Z, immancabile nel guardaroba boomer potrebbe darci grandi soddisfazioni.

12 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page