L'emancipazione femminile torna protagonista sul grande schermo con una bambola snodata e un Frankenstein in gonnella.
“Povere Creature!” e “Barbie” sono lo stesso film? E’ bizzarro come i due titoli più chiacchierati dell’anno abbiamo così tanto in comune. E non stiamo parlando della ricchezza estetica (sono entrambi un gran piacere per gli occhi), della bravura recitativa (Emma Stone e Margot Robbie sono divine) o della grandiosità produttiva, ma del fatto che entrambi pongano l'accento su un tema sempre attuale ma di cui ultimamente si parla ben poco e troppo frettolosamente: il vecchio buon femminismo.
Femminismo che fa da sfondo a due pellicole main stream, destinate a essere impalmate (speriamo) da una buona dose di meritati Oscar, interpretate dalle star del momento, scritte e dirette da Yorgos Lanthimos e da Greta Gerwig che sono ampiamente considerati i registi più cool del momento.Femminismo che torna in auge sui nostri schermi con grande efficacia e con un pizzico di furbizia. E così, mentre seguiamo le peripezie di una Frankenstein in gonnella e di una bambola snodata ci ritroviamo a riflettere sulla parità dei sessi, sull’oppressione di genere, sulla sessualità, su che fine abbiano fatti i maschi e su cosa siano diventate le femmine.
Entrambi i film sono viaggi di formazione: le nostre eroine scappano dalla costrizione e intraprendono un viaggio avventuroso costellato da molti uomini tutti piuttosto scemi, bizzosi, arroganti, prevaricatori e decisamente inutili.
Ne vedono di tutti i colori ma poi, alla fine, nel bene o nel male decidono di ritornare a casa più consapevoli, libere e felici... e qui si potrebbe aggiungere che il messaggio, più che femminista, sia decisamente post femminista.
In ogni caso, le due trame sono davvero fin troppo simili e dobbiamo confessarvi che più andavamo avanti con la visione di “Povere Creature!” più ripensavamo a “Barbie” che avevamo visto nello stesso cinema a fine agosto. Poco importa se Bella è alla ricerca della libertà sessuale mentre Barbie anela sentimenti umani: le loro storie sono, in tutto e per tutto, vere e proprie parabole del femminismo new wave.
Potere dell’arte: scegliere un tema e saperlo rappresentare in mille modi diversi. “Povere Creature!” e “Barbie” sono strettamente connessi tra loro perché raccontano le donne e parlano di femminismo in modo chiaro e diretto, pur scegliendo codici estetici, immagini, guizzi creativi, iperbole molto diverse se non diametralmente opposte.
Beh, che bella coincidenza: non capita tutti i giorni che due talentosi autori decidano, nello stesso momento, di raccontare la stessa storia. E che divertimento per noi spettatori fare paragoni, cercare connessioni, evidenziare le distinzioni e, anche se non ce ne sarebbe bisogno, avviare la competizione: “Povere Creature!” e “Barbie” per noi hanno vinto ex-equo.
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